martedì 16 novembre 2010

L'ultima lettera degli utenti dialisi di Sarzana. Fa veramente riflettere...

I dializzati, trattati nell’ospedale S. Bartolomeo, hanno posto più volte dei quesiti a  vari organi, ad oggi non hanno ricevuto alcun riscontro. Se il sig. sindaco di Sarzana, dott. Caleo, prontamente intervenuto, dopo  incontri con alcuni vertici, e in seguito, pazienti dializzati, ha promesso che il centro dialisi di Sarzana non verrà chiuso nè smantellato, nè spostato, non abbiamo però certezze su COME QUESTO CENTRO dovrà continuare ad esistere.
Ad oggi NESSUNO, e con ciò intendiamo NESSUNO, ha messo al corrente i pazienti del loro destino.
Da che il nostro primario è andato in pensione nessun nuovo responsabile si è presentato.
Da alcuni giorni si alternano in reparto dei medici. Gli infermieri hanno detto che sono nefrologi proveniente dalla Spezia, ma ufficialmente non si sono mai qualificati difronte ai pazienti.
Il terzo turno è stato soppresso di conseguenza 5 pazienti spostati alla Spezia per costituire alla dialisi di Spezia un turno notturno (terzo) o per aumentare i posti letto?
Tre di essi sono, per loro volontà, precipitosamente rientrati al San Bartolomeo.
Qualcuno ci dica seriamente:
1- chi ha in mano questo centro dialisi del S. Bartolomeo
2-se ci spetta (11 letti)un nefrologo fisso in dialisi, che si appresti a conoscere ogni paziente, soprattutto in base alla propria patologia ed al proprio percorso di vita da dializzato.
3-la reperibilità, diurna e notturna, nell’ospedale di Sarzana. Siamo a conoscenza del fatto che alcuni dializzati (ed anche alcuni acuti), portati in pronto soccorso, siano poi stati destinati all’ospedale di Spezia, con rischio e pericolo anche di vita.
Siamo pazienti, dobbiamo la nostra sopravvivenza(dura, ma non per scelta: potrebbe capitare a chiunque anche per motivi banali)ad una macchina, ma non siamo solo corpi da imbottire di farmaci e da sballottare qua e là come pacchi postali.
Siamo prima di tutto PERSONE, pensanti, ragionanti e in grado di decidere della propria vita, ciascuno ha storie personali alle spalle,con affetti che vivono di riflesso, ogni giorno, ciò che vivono i dializzati.
La nostra non è una patologia per cui si fa visita ogni tanto al medico, noi passiamo META’ della nostra esistenza in quel reparto, ci fidiamo del nostro personale, preparato ed efficiente, che non segue soltanto e BENE, i protocolli, ma gioisce con noi, ci solleva nei momenti bui(tanti) ci esorta ad andare vanti.
Nessuno ci ha ancora messi al corrente ufficialmente su dove recarci in caso di ricovero urgente, ma visti i fatti recenti, siamo molto preoccupati.
Per noi, il nostro ambiente, è importante proprio nel momento di maggior difficoltà, per cui non vogliamo essere sradicati dal nostro centro.
Il nostro centro è sempre stato solerte, preparato, corretto, a far fronte ad emergenze esterne ed interne, il nostro personale ha dimostrato capacità ottime sempre, e mai si è lamentato di orari particolari o trattamenti speciali.
Qui tutti ci conoscono, dalla medicina alla rianimazione, dalla cardiologia alla radiologia……..c’è un clima di stima e fiducia, ci si saluta al di fuori dell’ambiente stesso, e tutti sono pronti a dare un parere, quando richiesto, senza tante formalità.
Chiediamo pertanto, che non sia il paziente ad andare in cerca di un nefrologo in un ospedale lontano 20/30km, ma che sia piuttosto il nefrologo ad essere presente in ospedale S.Bartolomeo in caso di urgenza: Finora è stato così, e se così sarà, l’ospedale S. Bartolomeo ne trarrà sicuramente vantaggio in tutti i sensi e la pubblicità alla propria efficienza sarà proprio il passa parola dei pazienti.
Tutto questo che è accaduto, è forse dovuto a gelosie verso quella che “è sempre stata un’isola felice della sanità pubblica?”
Non si parli di accorpamenti dovuti al risparmio, perché il discorso, per il servizio dialisi, non regge.
La dialisi di Sarzana, ad oggi, non crediamo abbia richiesto molto dispendio di denaro:
-abbiamo avuto sempre e soltanto un solo medico, diviso con medicina
-molti pazienti vengono con mezzi propri
-il personale è quello strettamente indispensabile
-il personale è molto accorto a non sprecare
-la manutenzione è la minima indispensabile, ma le attrezzature compresa l’osmosi, sono sempre a punto ed efficienti
-noi pazienti consumiamo ben poco delle risorse dell’ospedale: un bicchiere di tè con limone (e zucchero se non diabetici), spesso forniti dal personale stesso
-Come forse saprete, scusate se ci permettiamo, neppure l’acqua del w.c. usiamo(per ovvi motivi)
4-infine,  per una vita più serena e consapevole del dializzato,  si chiedono incontri periodici comitato referente/primario e medici di dialisi, per ottimizzare al massimo la qualita del centro.
5-si chiede, come di norma, una carta dei servizi  sottoscritta dai responsabili e accettata dai pazienti a cui attenersi nei casi più svariati.
Visto che sono state sostituite le macchine di dialisi con altre di nuova tipologia (a detta dei tecnici, che per un periodo erano continuamente  a modificare e aggiornare, in fase di perfezionamento), come stiamo noi con queste nuove non ce lo chiede nessuno?
Il sindaco  dott. Caleo questa settimana è tornato in dialisi al San Bartolomeo e grazie alla sua solerzia tutti noi confidiamo nell’incontro con i dirigenti asl per chiarire, puntualizzare e definire anche quei rapporti umani medico/paziente che in questi ultimi giorni ci è venuto con molto rincrescimento a mancare.
Alcuni dializzati, cui l’isola felice del San Bartolomeo ha dato (e si confida continuerà a dare)
 tranquillità, certezza,fiducia,sicurezza,protezione,dialogo,dignità,normalità e informazione

Nessun commento:

Posta un commento