martedì 6 novembre 2012

La lettera inviata dal Movimento cittadini per la sanità al Direttore Generale ASL 5

La Spezia 06 Novembre 2012
            Dalle informazioni in nostro possesso risultano attivi all’ Ospedale Felettino di La Spezia 32 posti letto di Geriatria e 20 posti letto di Oncologia e che l’indice di occupazione di tali reparti sia superiore al 100%.
            Altresì risulta un elevatissimo numero di appoggi da parte dei reparti medici,  sia dell’ Ospedale di La Spezia che di quello di Sarzana, arrivando solo per Medicina a La Spezia a circa 800/900 annuali. Come noto nel corso degli anni le divisioni di medicina spezzine e sarzanese hanno subito un notevole taglio di posti letto.

Ancora una volta la Direzione dell’ ASL 5 maschera nuovi tagli ai posti letto con una operazione di riorganizzazione dei servizi.


            L’operazione di trasferimento di Oncologia e Geriatria dall’ospedale Felettino di La Spezia a quello di Sarzana infatti risponde secondo noi esclusivamente a tre obbiettivi:
            1 - far credere che le operazioni del progetto “nuovo ospedale del Felettino” procedano speditamente benché ancora oggi manchi la totale copertura finanziaria,
            2 – far credere che all’ospedale di Sarzana aumentino i posti letto distogliendo artatamente l’opinione pubblica dal fatto che, invece, i posti letto per acuti a livello provinciale subiranno un ulteriore taglio,
            3 – continuare a risparmiare sul mancato riallineamento dei posti letto e del personale della ASL 5 rispetto agli altri territori liguri che invece avranno la possibilità di convertire parte dei posti letto in più e riutilizzare su altri servizi il personale in esubero.
            Nella lettera che il Movimento cittadini per la sanità invia al Direttore Generale ASL ed ai Sindaci della provincia, oltrechè, per conoscenza, a tutti i soggetti interessanti ed ai media locali,  sono dettagliatamente elencate le ragioni  di quanto sopra espresso.
            Fa molto riflettere il fatto che con l’avvicinarsi della nuova e prevedibile “emergenza medica invernale”, invece di potenziare