venerdì 3 febbraio 2012

La sanità "perduta"... ...leggete che geniale lungimiranza!

Il Dott Lippi nel 2010:

 


... e l'immediato commento dei sindaci:






Il Dott Lippi oggi (dal sito on line de LA Nazione):
"ORA BASTA, ME NE VADO! HANNO UCCISO L'OSPEDALE"

   Adesso basta! Me ne vado. Non voglio partecipare alla celebrazione del rito funebre per l’Ospedale di Sarzana.
   E’ un ospedale morto, morto-ammazzato: è stato un delitto pubblico, premeditato, di cui si conoscono il colpevole, il mandante e diversi complici. Sono rispettivamente:
la Direzione dell’ASL, l’Assessore Regionale alla Sanità e gli attuali
dirigenti politici locali del PD.
   Arrivai a Sarzana alla fine del 1980 (come non rimpiangere la vecchia XX USL …?!), dalla prestigiosa scuola chirurgica fiorentina del prof. Luigi Tonelli, chiamato dal compianto senatore Barontini e dall’integerrima professoressa Cicinato; per farmi carico di un reparto in declino, che in brevissimo tempo rimisi in piedi, adottando nella quotidiana attività chirurgica (ogni giorno più intensa e impegnativa) tutte le più recenti novità tecniche del momento.
   Da allora nella mia sala operatoria sono stati effettuati più di 26 mila interventi chirurgici, la metà dei quali eseguiti da me personalmente, e molti di questi di alto o altissimo impegno tecnico: resezioni del pancreas e dell’esofago, chirurgia del polmone e aneurismi dell’aorta, resezioni epatiche e ricostruzioni plastiche della mammella; oltre naturalmente a tutta la routinaria chirurgia oncologica del tratto gastro-intestinale e a quella dei gravi traumi toraco-addominali. Ho comunque trovato il tempo, in questi anni, per redigere e pubblicare con la mia firma 70 lavori scientifici; ed anche per partecipare, come relatore o moderatore, a più di 150 Convegni Scientifici.
   Ancora giovanissimo chirurgo, già nel 1985, in occasione dell’annuale Congresso Nazionale di Roma riscuotevo vivi incoraggiamenti e fervide congratulazioni per i risultati ottenuti in un ospedale ignoto ai più, dai grandi Maestri di Chirurgia del tempo.
   Tra i primissimi in Italia, nel ’91 introdussi al vecchio “San Bartolomeo” la chirurgia laparoscopica (vera rivoluzione epocale della chirurgia moderna), e dieci anni dopo, sotto la mia direzione, la Divisione di Chirurgia di Sarzana venne accreditata quale uno dei due Centri Liguri della Scuola Nazionale di Chirurgia Laparoscopica.
Nel 2003 a Napoli sono risultato I° classificato nel Videoforum Nazionale di “Chirurgia oncologica videoassistita”.
   La mia è stata una vita di grande impegno professionale, di molti sacrifici, ma anche di tante, indimenticabili soddisfazioni. E alla fine un’unica, amara delusione: dover constatare che, nostro malgrado, sono riusciti a portare al definitivo e fatale compimento “il nefasto processo di ridimensionamento qualitativo e di impoverimento professionale del nostro ospedale” (come ebbi a dichiarare nell’intervista del dicembre 2010).
I Sindaci di Sarzana e La Spezia definirono le mie affermazioni “argomenti più o meno nobili o interessati”; l’Assessore Regionale Montaldo “vittimismo in malafede e bugie intollerabili”; gli Assessori Regionali e il Consigliere Regionale spezzini parlarono di “piccoli
interessi minacciati”, di “idee vecchie e miopi,senza cuore e senza coraggio”, e di “disegni di municipalismo perdente”; mentre la Direzione dell’ASL intraprese nei miei confronti la strada dell’intimidazione, minacciando chissà quali sanzioni da parte del Consiglio di Disciplina…!
Lascio giudicare a chi legge - e mi conosce - se giudizi di tal genere siano o meno adeguati alla mia persona. Per parte mia ritengo di avere avuto (allora come oggi) una sola colpa: quella di aver pubblicamente contestato le decisioni (sbagliate) assunte negli anni da questi “potenti”; di avere semplicemente detto le verità che tutti (operatori sanitari e cittadini) conoscono benissimo. Le miserevoli condizioni di inefficienza e di improduttività
in cui è attualmente ridotto il “nuovo San Bartolomeo”, dimostrano purtroppo che avevo ragione.
Qualche giorno fa, con ordinanza del Direttore Medico del P.O. sono stati “temporaneamente sospesi” (e rinviati a data da destinarsi) 27 interventi chirurgici da tempo programmati, a causa di una presunta emergenza dovuta “all’elevato afflusso di  pazienti che necessitano di ricovero ordinario”; emergenza che il suddetto Direttore ha ritenuto di superare adibendo a ricovero ordinario i letti chirurgici destinati alla day-surgery
(pur sapendo che sarebbe stata disponibile un’ intera sezione ospedaliera con 18  posti-letto – ex Modulo Don Gnocchi – da tempo disattivata e chiusa a chiave).
Recentemente sono “saltati” 12 interventi ambulatoriali (per i quali i pazienti pagano un ticket non proprio economico!) per l’improvvisa assenza di una sola infermiera.
Ci è stato comunicato, inoltre, che per tutto il mese di febbraio il blocco operatorio dovrà rinunciare ad una seduta al giorno (con conseguente allungamento delle liste di attesa), causa la carenza di organico dei medici anestesisti.
E giunge infine notizia (ma si tratta solo di voci non confermate, in quanto a tutt’oggi nessuno dei Primari interessati ha ricevuto la benché minima comunicazione, scritta o verbale) che dal prossimo 1° marzo verrà definitivamente sospesa a Sarzana tutta la normale attività chirurgica ordinaria, sia di elezione che d’urgenza: si effettuerà esclusivamente Day- e Week-Surgery. Vale a dire che da adesso in poi si opereranno solo
ernie ed emorroidi; si praticherà solo chirurgia di basso livello, che preveda non più di 2-3 giorni di ricovero. Per tutto quanto richieda un maggiore impegno (o competenza …) “….rivolgersi altrove…”.
A tal punto di depauperamento professionale si è voluto ridurre il mio Reparto e il nostro Ospedale! Questi sono i mirabolanti risultati previsti e raggiunti in Val di Magra dal famigerato Piano di Riorganizzazione Sanitaria Regionale, unanimemente approvato; questo l’esaltante “salto di qualità” e l’ormai celebre “eccellenza”, così spesso sbandierata
dai nostri incauti politici!
No, spiacente, il 1° di marzo io non ci sarò. Sono stato costretto ad assistere, mio malgrado, alla progressiva e inarrestabile dequalificazione di uno dei più belli ospedali d’Italia; non voglio essere presente (e menchemeno partecipare) al suo definitivo affossamento.
P.S.: Sarebbe bene che qualcuno ricordasse a quelli che sostengono che “…in attesa del completamento del nuovo Felettino…” (hoc legimus), che per “completare” la costruzione di un nuovo ospedale, forse prima bisogna cominciare a costruirlo; cosa che non pare proprio immediata …!
Carlo Lippi
Primario Chirurgo

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