domenica 5 febbraio 2012

La storia, triste, che condanna i "manovratori". Da vergognarsi...

Il primo marzo l'Asl trasferirà tutti gli interventi chirurgici, d'urgenza e programmati, dal "nuovo" San Bartolomeo al vecchio e decrepito Sant'Andrea. Di quello nuovo ancora si aspetta il progetto e qualcosa più del "cauto ottimismo" dell'assessore regionale sui finanziamenti. Ancora questi biechi campanilismi e interessi personali! Vuoi vedere che nei misteriosi piani di riorganizzazione della sanità provinciale c'è qualcosa di diverso dalla folle confusione che appare? Magari possono aiutare a consolidare la fiducia nella capacità di programmazione regionale del duo Burlando-Montaldo e del longevo direttore sanitario Asl Andrea Conti le dichiarazioni registrate negli anni. Sul "grande" ospedale di Sarzana, atteso 4 decenni  e costato miliardi,
quattro mesi dopo l'epocale inaugurazione del duemila il sindaco Caleo, allora segretario comunale dei Ds, denunciava la "mancanza di chiari indirizzi di politica sanitaria da parte della giunta regionale", di centrodestra. Nel novembre 2004 ancora i Ds per Sarzana erano già a chiedere Rsa e Hospice, il "rafforzamento della riabilitazione, l'estensione dei servizi domiciliari e residenziali non ospedalieri per le categorie deboli, il rilancio dei distretti". Nel 2007 sempre Caleo, già sindaco, invocava il "no ai doppioni" e la sinergia tra i due ospedali della provincia: "uno dovrà garantire l'emergenza, l'altro l'elezione, ovvero interventi altamente specializzati". E l'assessore regionale Montaldo confermava a febbraio: "Ospedale S. Andrea della Spezia dedicato all'emergenza con il suo Dea (Dipartimento emergenza accettazione) di primo livello, ma destinato ad evolvere in un Dea di secondo livello con la nuova struttura, nel quale sarà mantenuta l'attività traumatologica. Ospedale S. Bartolomeo di Sarzana dedicato soprattutto all'attività riabilitativa ed elettiva con la presenza al suo interno di un Pronto soccorso giustificato da tutte le specialità di base, dove è previsto venga mantenuta l'attività di ostetricia". Vabbè, è arrivata la crisi, non c'è più un euro, sul buco della sanità ci s'era sbagliati e per chiuderlo c'è ancora qualcosina da svendere come l'ex colonia Olivetti. Che male c'è se nel nome della razionalizzazione neppure due anni dopo si chiude la confortevole maternità sarzanese e si spediscono le future mamme in un decrepito padiglione che prima o poi verrà ristrutturato? D'altra parte a gennaio 2010 anche il primario di pneumologia Canessa difende le scelte e assicura che "il San Bartolomeo è ormai il polo riabilitativo di tutto il Levante Ligure. Il primario Marchini è tornato nella sua Medicina e, se tra un anno andasse via l’Asl ha già bandito un concorso perchè bisogna garantire la continuità". Ribadisce l'assessore regionale Montaldo a ottobre dello stesso anno e ancora nel 2011 di fronte all'ennesima sollevazione popolare contro i tagli: «L’ospedale di Sarzana fa fronte all’attività elettiva e alla riabilitazione, oltre al servizio per acuti più vicino al territorio della Val di Magra, integrato con l’emergenza del futuro ospedale nuovo del Felettino, che avrà il DEA e le specialità connesse. Quindi non  sono in discussione le attività di Medicina Interna e la Chirurgia di media bassa  complessità. Diventa invece di assoluto rilievo l’attività elettiva di ortopedia che si giova della contigua riabilitazione affidata alla Don Gnocchi». Sospiro di sollievo! Risultato? A ottobre il consigliere regionale Cavarra (Pd) denuncia "Il piano sanitario non è stato attuato. La situazione è critica sotto vari fronti, a partire dai tempi di attesa per visite ed esami, che aumentano la fuga dei pazienti verso la Toscana, una tendenza in ulteriore crescita". Gennaio 2012: in provincia si scopre che come dicono da anni i comitati civici mancano più di 200 posti letto ma a dicembre si chiude un reparto del Don Gnocchi e i suoi 18 posti sono lasciati vuoti, per il "grande polo di riabilitazione" si cerca una struttura alternativa alla Spezia non più contigua all'attività elettiva di ortopedia a Sarzana ma che importa, la chirurgia di emergenza è trasferita nei reparti da ristrutturare del S.Andrea, quella di elezione... pure, il pronto soccorso del San Bartolomeo diventa di fatto un poliambulatorio, di Rsa e Hospice non c'è ancora la prima pietra, i distretti non sono mai decollati, l'assistenza domiciliare è dimezzata, il reparto di medicina che ha tanti ricoverati da doverli appoggiare dove capita, ops!, è rimasto senza primario alla faccia della necessaria continuità. Vabbè sembra che arriveranno due primari nuovi: un chirurgo vascolare e uno psicologo. Sta a vedere che l'Asl si è sbagliata! O forse prevede un aumento di ricoveri per patologie mentali e vascolari da stress: cittadini molto, ma molto confusi nel vano tentativo di distinguere tra eccellenza e deficienza (dal verbo deficere, mancanza di letti, tempi certi, personale, strutture...). O forse cambiano i piani a insaputa dei malati. E dell'ASL.

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