mercoledì 8 dicembre 2010

Si, anche noi siamo convinti che ci siano interessi...

I Sindaci: “Attacchi interessati alla sanità”? Si, siamo d’accordo anche noi, ma noi l’interesse lo vediamo in chi ha portato nella sanità il lucro. In chi utilizza soldi pubblici per trarre profitto,
vuoi che siano cooperative sempre più strutturate come aziende private, vuoi che siano onlus ancora più potenti o singoli pezzi di privato che approfittano dei vuoti che, inevitabilmente, vengono a crearsi e che, dati alla mano, spessissimo costano di più.
Sbagliano i sindaci ad attaccare chi cerca di fare capire che ci sono interessi diversi, in questo momento proprio in sede regionale, ma anche l’opposizione che sta a guardare non è da meno, rispetto alla strutturazione di servizi che rispondano alla necessità dei cittadini.
Aumenta il ricorso ai privati, aumentano i tagli e le riorganizzazioni, ma diminuiscono le prestazioni e la spesa aumenta.
Si leggano i sindaci il rapporto Censis 2009 sulla situazione sociale del paese nella parte dedicata alla sanità:
“quasi il 40% degli intervistati di livello socio-economico basso ha rinunciato, per motivi economici, a prestazioni sanitarie, ed è di poco inferiore (37,8%) la quota di chi ha ridotto l’acquisto di farmaci a pagamento. Per i meno abbienti rimane solo il welfare che spesso comunque richiede un esborso economico: il 51,9% degli intervistati di livello basso e il 42,8% di chi si autocolloca ad un livello medio-basso si sono rassegnati alla lunghezza delle liste d’attesa non potendosi permettere l’accesso alla sanità privata, spesso necessaria per accedere alle prestazioni in tempi brevi”.
Sbagliano i sindaci che, invece di dare battaglia per mantenere i servizi a livelli degni di cittadini di serie A, erigono un muro contro chi cerca di rappresentare una realtà incontrovertibile e fornisce dati incontestabili sui cui, peraltro e volutamente, neppure si concedono alla discussione.
Che dicono dei 600 dipendenti in meno’? Che dicono delle centinaia di posti letto in meno?
Come si può credere al piano regionale quando, ad esempio, l’operazione dell’ortopedia a Sarzana non potrà essere attuata perché La Spezia chiederà personale per la guardia sulle 24 ore per il DEA di 2° livello e il Primario si pensionerà? Com’è pensabile che si possa fare una grande ortopedia di elezione quando potrebbero rimanere solo 5 ortopedici, peraltro non tutti idonei, per una intera divisione che dovrebbe riportare in casa i pazienti che vanno fuori? E non è vero che i Dottori Torri e Bottai hanno scelto di andare in pensione: sono stati costretti. Perché cancellare un primario di Ortopedia se il progetto è una grande Traumatologia con Trauma Center a La Spezia ed una grande Ortopedia nell’Ospedale di Sarzana? In tutto il mondo ci sono due primari diversi specializzati nella singola branca.
E Che dire delle 35 assunzioni concesse per il 2010 (ancora ben lungi ad arrivare, e siamo già nel 2011) a fronte del personale che la ASL 5 ha perso dal 2004 ad oggi, pari a circa il 40% di tutta la riduzione regionale?
O forse hanno ragione i territori limitrofi quando dicono che dal punto di vista sanitario siamo “finiti” perché in Regione i nostri politici non contano nulla?
Ecco… Si… forse ci sono degli attacchi interessati. Ma, per cortesia cari sindaci, cercateli altrove e aprite gli occhi. E al nostro sindaco Caleo ricordiamo che se La Spezia potrà lanciare “un percorso nascita”, che, peraltro, non vuol dire rilanciare i consultori che continuano ed essere desolatamente vuoti, lo deve alle 6.000 firme, alle 3.500  adesioni ed alle mobilitazioni dei cittadini di questa estate. Cittadini che dovrebbero essere i suoi migliori alleati se solo venissero riconosciuti ed ascoltati.

L’esecutivo.

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