Questo è il leitmotiv della politica sanitaria nella nostra provincia.
Solo ieri i due principali titoli in cronaca erano “Il CUP dei privati” e “Tagliamo le ASL”.
Neppure una parola del tipo: “Vediamo dove si spende male, dove si potrebbe risparmiare o come si potrebbe riorganizzare la sanità per farla funzionare meglio” e sgravare i cittadini.
Neppure una parola del tipo: “Vediamo dove si spende male, dove si potrebbe risparmiare o come si potrebbe riorganizzare la sanità per farla funzionare meglio” e sgravare i cittadini.
Mancano i posti letto ospedalieri, di RSA e l’ Hospice? Ecco che
cresce a velocità supersonica una nuova struttura da centinaia di posti letto.
Pubblica? Neanche per sogno. Privata e chissà come sarà gestita e da chi.
In pole position l’idea di una nuova Società mista pubblico/privata a gestione totalmente affidata a privati. Un futuro da nuova ACAM insomma. Chissà chi coprirà le poltrone dell’eventuale Consiglio di Amministrazione sia per parte pubblica che privata? Si accettano scommesse…
I tempi di attesa sono troppo lunghi per gli esami e le visite ed i privati sembrano tagliati fuori dal business viste le ultime decisioni della regione? Et voilà, nel giro di pochi giorni ecco nascere CUP2: esami alla velocità della luce, visti i normali tempi di attesa, e scontati rispetto alle tariffe ordinarie. Talora, leggiamo, persino inferiori al ticket previsto per la prestazione che viene erogata dal pubblico.
Basta pagare. Col doppio risultato che la Regione non rimborsa più la tariffa al privato convenzionato ed il cittadino invece di pagare il ticket paga il professionista, ma ha tempi velocissimi. E, se è vero, la domanda sorge spontanea: perché prima no? Perché i professionisti non erogavano le prestazioni con gli stessi tempi ed agli stessi prezzi quando a rimborsarli era il Sistema Sanitario Pubblico? E chi controllerà la qualità delle prestazioni erogate a quelle cifre?
L’assessore alla sanità Omero Belloni dichiara che ci vuole un piano di sviluppo che contrasti la carenza di posti letto, paurosa diciamo noi perché superiore ai 200 che vengono ammessi ufficialmente, ma anche lui sa che, invece, verrà confermata la chiusura dei posti letto di riabilitazione, salvo poi farli ricomparire in convenzione nella nuova struttura privata che sta nascendo (ma allora servono o no?) e che al loro posto verrà trasferita la Geriatria che, oltretutto, da 26 posti letto passerebbe a 18. E sarebbero confermati anche i tagli, già imposti come provvisori, nell’assistenza domiciliare che confermeranno un ulteriore aumento della richiesta di ricovero, come successo nei giorni scorsi quando, ad esempio a Sarzana, si è arrivati a contare una dozzina di pazienti di medicina appoggiati nei reparti chirurgici. Bravi. Ottimo “piano pluriennale di sviluppo”: servono più posti letto, però ne tagliamo altri.
E si che ci sarebbero ampi spazi di manovra anche con la situazione attuale.
Più e più volte abbiamo denunciato che si possono recuperare finanziamenti sprecati in appalti costosi più della gestione in proprio, mal congegnati e che ingessano il sistema e l’organizzazione.
Che si possono mettere in campo vere riorganizzazioni utilizzando l’esistente. Spendere quello che abbiamo per puntare ad un DEA di 2° livello alla Spezia, con un pronto soccorso traumatologico che si avvii a diventare un vero e proprio trauma center e con un 118 veramente efficace ed affidabile. E nel contempo, aspettando il mitico “nuovo Felettino”, sfruttare le possibilità dell’Ospedale di Sarzana, forte di 5 sale operatorie potenzialmente capaci di sfornare almeno 8.000 interventi all’anno a fronte dei 3.000 circa attuali e che ben si presta ad una riorganizzazione per intensità di cure, sperimentando un reparto multispecialistico medico su un unico piano.
Che si possono mettere in campo vere riorganizzazioni utilizzando l’esistente. Spendere quello che abbiamo per puntare ad un DEA di 2° livello alla Spezia, con un pronto soccorso traumatologico che si avvii a diventare un vero e proprio trauma center e con un 118 veramente efficace ed affidabile. E nel contempo, aspettando il mitico “nuovo Felettino”, sfruttare le possibilità dell’Ospedale di Sarzana, forte di 5 sale operatorie potenzialmente capaci di sfornare almeno 8.000 interventi all’anno a fronte dei 3.000 circa attuali e che ben si presta ad una riorganizzazione per intensità di cure, sperimentando un reparto multispecialistico medico su un unico piano.
Recuperando spazi più necessari alla degenza che a biblioteche e studi medici si potrebbero poi accogliere anche i letti della Geriatria senza perderne nessuno a livello provinciale e riaprire immediatamente anche quelli di riabilitazione. Come? Si potrebbero accorpare i letti di Day Hospital e quelli di Day Surgery e le endoscopie, attualmente “spartiti” fra ogni reparto, e riorganizzare la piastra ambulatoriale concentrandovi tutti gli ambulatori medici.
Ma questo si chiama riorganizzare ed ottimizzare, mica tagliare. E si sa: tagliare è molto, molto più facile. Soprattutto se a pagare, poi, sono sempre e solo i cittadini.
La Spezia 7 Gennaio 2012 L’esecutivo del Movimento cittadini per la sanità.
Nessun commento:
Posta un commento