LA NAZIONE 3 Giugno - cronaca di Sarzana -:"<<...è rischioso andare avanti così. >> A parlare è un medico del San Bartolomeo. Ha chiesto l’anonimato perchè l’Asl non gradisce osservazioni critiche dai dipendenti ma lui ritiene giusto denunciare una situazione che considera ormai al limite."
Ecco: capiamo che ci sono rapporti interni regolamentati, ma dal nostro punto di vista, situazioni di questo tipo, dove gli operatori con un po' di coscienza ed etica professionale sfogano la loro impotenza riguardo i problemi ed i rischi connessi alla caotica organizzazione, o meglio: riorganizzazione per dirla alla Montaldo, che sappiamo già da tempo comunicati per le vie interne gerarchiche, sono solamente degne di lode...
Non possiamo credere che la Direzione Sanitaria, i vertici della sanità, i politici e le istituzioni locali non sino al corrente della situazione in cui versano i servizi della ASL.
Questo iltesto integrale dell'articolo:
di ANDREA LUPARIA
«LUNEDÌ scorso al pronto soccorso dell’ospedale c’erano una decina di persone sdraiate sulle barelle. Non si trovavano posti letto disponibili. Qualcuno ha dovuto telefonare alla dottoressa Decia Carlucci spiegandole la situazione e lei ha fatto aprire il day hospital di cardiologia per avere qualche letto. E’ rischioso andare avanti così». A parlare è un medico del «San Bartolomeo». Ha chiesto l’anonimato perchè l’Asl non gradisce osservazioni critiche dai dipendenti ma lui ritiene giusto denunciare una situazione che considera ormai al limite. Perchè un conto è veder tagliare posti letto inutilizzati per diminuire i costi, ben diverso è essere costretti a rimandare a casa persone appena operate. Certo, in chirurgia le tecniche si sono evolute, gli interventi sono diventati meno invasivi e oggi si tende comunque a limitare la permanenza in corsia delle persone che escono dalla sala operatoria, ma al «San Bartolomeo» la situazione si sta facendo preoccupante: «Ormai mandiamo a casa dopo 24 ore anche persone che dovrebbero restare in ospedale 48 ore — spiega il medico — e questo significa che c’è un doppio rischio. Il paziente, prima di tutto, rischia in quanto ogni scelta medica può contenere, in teoria, un margine di errore: noi medici rischiamo a nostra volta in quanto possiamo essere denunciati se al paziente a casa accade qualcosa. Come è avvenuto nei giorni scorsi. L’avete scritto proprio su La Nazione». Il problema è che mancano i posti letto. I vertici Asl, su pressione della Regione Liguria (e più precisamente dell’assessore alla sanità Montaldo) ne hanno tagliati così tanti che oggi scarseggiano. E così può capitare che quando ci sono in programma interventi già decisi, bisogna prima trovare dove mettere gli operati quando usciranno dalla camera operatoria. E questo talvolta significa mandare a casa qualcuno prima del previsto. Oppure «parcheggiare» l’operato in questo o quel reparto. «Ormai ci sono problemi anche in rianimazione — conclude sconsolato il medico che ha deciso di parlare. E intanto torna a circolare la voce di un nuovo «giro di valzer» tra il «San Bartolomeo» e il «Sant’Andrea», Dalla Spezia potrebbe arrivare a Sarzana Geriatria e da Sarzana dovrebbe andare alla Spezia Cardiologia. Accadrà davvero? Impossibile dirlo. L’unica cosa certa è che a criticare l’Asl non sono tutti i sindacati. Uil, Cisl e sindacato autonomo hanno fatto notare che la Cgil non ha aderito alla scelta di non presenziare alla posa della prima pietra di Rsa e Hospice (quella a cui ha partecipato Burlando, per intenderci ndr.). «Abbiamo deciso di non andare perchè non ci interessa veder tagliare nastri. Vogliamo più posti letto e più assistenza ai malatii. La Cgil, evidentemente, la pensa diversamente — spiega Nadia Maggiani, dirigente Uil».
andrea.luparia@lanazione.net
Nessun commento:
Posta un commento