martedì 26 ottobre 2010

L' assessore regionale alla salute Montaldo (PD) assicura: l'ospedale di Sarzana rimarrà pubblico.

Egregio assessore, potremmo anche crederle... ma ci dice da chi verrà gestito e, soprattutto, perchè la Direzione ASL non ha ancora programmato nulla dei servizi e reparti che il piano dava in contropartita ma, anzi, continua con sistematica cadenza a smantellarne i pezzi. Dopo Ostetricia il 3° turno della dialisi e, a breve Ginecologia?
Eppure Lei se ne è fatto garante...

La Nazione, 26 Ottobre 2010 Lettera aperta dell'assessore ligure al sindaco Caleo. 
 

          Nessuna polemica, assicura l’assessore regionale alla sanità Claudio Montaldo.
         Ma è chiaro che i rapporti si sono «gelati» con il sindaco di Sarzana, dopo le sue dure considerazioni sul traballante e «confuso» modo di procedere dell’azienda sanitaria spezzina sulla strada della razionalizzazione dei servizi. 
        Così l’assessore ligure replica alle esternazioni del primo cittadino, che hanno scatenato ancora più dure reazioni del Sel e dei Comitati, sotto forma di lettera aperta. 
        Una lettera che ribatte, precisa e conferma. Niente di più. E parte dalla considerazione «che per il Sindaco di Sarzana non è stato semplice prendere atto della chiusura dell’ostetricia-ginecologia unificata a La Spezia, scelta da te osteggiata e non condivisa, comunque sulla base di un confronto civile».
        Ma per Montaldo sono sbagliate «le preoccupazioni sul futuro dell’Ospedale San Bartolomeo, sia rispetto all’immediato che al futuro». Nel disegno di riorganizzazione strategica della sanità spezzina, precisa l’assessore ligure, l’ospedale di Sarzana «ha il compito di far fronte all’attività elettiva e alla riabilitazione, oltre al servizio per acuti più vicino al territorio della Val di Magra, integrato con l’emergenza del futuro ospedale nuovo del Felettino, che avrà il Dea e le specialità connesse. Quindi non sono in discussione le attività di Medicina Interna, la Chirurgia di media / bassa complessità, in una visione multidisciplinare che riguarda l’intero territorio della provincia.  
       Diventa invece di assoluto rilievo la scelta di svolgere l’attività elettiva di ortopedia che si giova della contigua attività riabilitativa, affidata alla Don Gnocchi». «Inoltre è evidente che nessuno che ragioni (!) mette in discussione la dialisi, che per sua natura deve essere articolata sul territorio», sottolinea Claudio Montaldo. L’unica concessione che fa è sul fatto che «come spesso succede, i processi di trasferimento vanno meglio precisati nei tempi e nelle modalità, (oculistica, ortopedia, etc) e sarà cura dell’assessorato garantire la loro puntuale attuazione». 
       Ma precisa che l’ospedale resterà pubblico e assicura che sarà «puntualmente attuato sia per il percorso nascita, col potenziamento delle attività del Consultorio, sia per il recupero di mobilità passiva, anche grazie all’accordo recente con la Toscana». Su quando e come non si sbilancia, solo la conferma della scelta di «dar vita a Dipartimenti di livello aziendale, superando quelli di stabilimento ospedaliero, coerente con un corretto disegno di governo clinico integrato tra gli ospedali e tra questi e il territorio». «E’ già così in tutta la Liguria ed è una scelta che spetta esclusivamente all’azienda, nella linea di integrazione, semplificazione, e risparmio, che si è data la Regione», per passare poi a puntare l’obiettivo delle critiche altrove ritenendo «ben più gravi e inquietanti i tagli ai servizi pubblici del nostro paese, che vedono Regioni, Province e Comuni “passacarte” di scelte pesantissime per i cittadini, e che ci fanno intravedere per il 2011 una Italia meno equa, meno solidale e più povera». E chiude rivolto al sindaco «con stima e amicizia».  

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