lunedì 5 settembre 2011

L'ASL 5: "La fuga delle gestanti si è arrestata. I reparti sono stati accorpati per mettere in sicurezza il reparto di Sarzana". Ma sarà vero? A noi pare proprio di no...

Piace anche a noi, che abbiamo vissuto momento per momento tutti i passaggi relativi agli accorpamenti, assieme al Tribunale dei diritti del malato, Centroligure  tutela del malato e ADICONSUM riuniti nel Movimento cittadini per la sanità, dare la nostra versione per dovere di cronaca e correttezza sui passaggi che hanno portato all’accorpamento dei reparti su La Spezia.
            1° - I problemi evidenziati presso la struttura di Sarzana non sono certo quelli che hanno spinto all’accorpamento.
            2° - Che la fuga delle gestanti si sia arresta è tutto da dimostrare e comunque a noi risulta falso.
            Non risulta vero. infatti,
che i parti cesarei in emergenza non fossero gestiti nei tempi previsti dalle linee guida internazionali perché l’ Azienda stessa aveva provveduto a istituire il protocollo per i cesarei in emergenza, peraltro statisticamente  in numero assolutamente piccolo come dichiarato pubblicamente in sede comunale a La Spezia dal Direttore del Dipartimento Prof. Marino, addirittura istituendo un turno notturno infermieristico nella sala operatoria che prima operava in reperibilità. Protocollo che si sarebbe potuto ancor di più migliorare se si fosse voluto approntare la sala parto interna al reparto per la trasformazione in tempo reale in sala di emergenza. Prova ne sia la presenza del letto parto trasformabile in letto operatorio.
            E’ vero, invece, che ci fossero problemi relativi al personale medico pediatrico in numero insufficiente come ancora adesso dichiarato per tutta l’ASL ed è vero anche che ancora oggi non è presente un numero sufficiente di neonatologi.
            A noi risulta ancora un notevole flusso di parti al di fuori dell’ASL 5 , se è vero che l’attesa di parti annui in provincia è di circa 1700 (ultimo dato ufficiale dei nati spezzini fonte ISTAT 2009) a fronte dei poco più di mille previsti per l’anno 2011. Pare persino inutile rimarcare come prima dell’accorpamento il numero di parti fosse vicino ai 1500 e che anche gli ultimi dati divulgati dalla Direzione ASL sembrano errati a fronte di quelli ufficiali che vedevano Sarzana attestarsi intorno ai 650 parti e La Spezia intorno agli 850. Da notare anche che ogni volta che veniva deciso un trasferimento di bimbi, aumentati esponenzialmente nel periodo precedente l’accorpamento anche per patologie o problemi da sempre curati al San Bartolomeo, il parto finiva nella contabilità del reparto spezzino sottraendolo alla produttività di Sarzana.
            La verità è che l’operazione è stata fatta per salvare il reparto spezzino che rimaneva al di sotto della soglia minima di garanzia di sicurezza dei 1.000 parti indicata proprio dalle linee guida citate dalla Direzione Aziendale, mentre Sarzana veleggiava assolutamente oltre la soglia dei 500 previsti dalle stesse per la tipologia del reparto, limiti confermati anche dall’assessore regionale alla Sanità Dott. Montaldo, e con un trend in continua crescita anche escludendo la successiva chiusura del reparto della confinante alta lunigiana. Con lo spunto della sicurezza, ancora una volta, si è voluto tagliare servizi ai cittadini e risparmiare sul costo del personale che ricordiamo essere il più sottostimato di tutta la regione Liguria. Per non parlare poi della compensazione che si sarebbe dovuta avere coi percorsi nascita e col potenziamento dei consultori che ancora oggi sono ben lungi a venire. Anzi, quello di Sarzana ha persino perso la sede.
            Capitolo a parte meriterebbe la questione degli interventi ginecologici drammaticamente crollata si potrebbe dire a zero.

Sarzana 3 Settembre 2001
L’esecutivo.

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