sabato 19 febbraio 2011

Sempre più preoccupante! E' un post lungo, ma chiarisce molti dubbi e ne induce altri.

      Rileviamo che in data 29 Dicembre 2010 la Giunta della Regione Liguria ha licenziato la legge regionale n° 23 colegata alla legge finanziaria da cui, attraverso un'attenta lettura, si evince la predisposizione e i richiami di norme che regolamentano la "Cessione di rami d'azienda" del servizio pubblico.
     Ovviamente queste norme sono applicabili anche al Servizio Sanitario Pubblico. Tant'è vero che, immediatamente dopo, il 21 Gennaio, la Regione Liguria ha deliberato la "cessione" dell'intero ospedale di Voltri all' O.E.I. (Ospeale Evangelico Internazionale, struttura privata clericale).
I punti 2 e 3 alla pagina 4 della delibera  sono chiariussimi:


      Punto 2 - La gestione dell'Ospedale di Voltri, comprese tutte le funzioni in esso presenti (Chirurgia Generale, Ortopedia e Traumatologia, Terapia Intensiva, Urologia, Cardiologia, Neurologia, Attività ambulatoriale, Unità di crisi, Pronto Soccorso, Radiologia, Patologia Clinica, Direzione Sanitaria) sarà assunta dall'O.E.I. stesso. A tal fine, il personale in servizio preso lo stesso Ospedale ritenuto necessario per garantire la corretta funzionalità dei servizi, sarà trasferito all'O.E.I. secondo la vigente normativa in materia.

      Punto 3 - A tal fine, l'ASL 3 Genovese assentirà all'O.E.I. la concessione traslativa della struttura nello stato di fatto in cui si trova. Per effetto di tale concessione, l'O.E.I. sarà abilitato a ricevere finanziamenti regionali e statali anche per l'edilizia e le tecnologie sanitarie.

      In pratica, al punto 2, la Regione Liguria REGALA AD UN ENTE PRIVATO un intero ospedale con tutto quello che c'è dentro: Strumenti, macchinari e personale (ovviamente fior di professionisti già formati a spese del Servizio Pubblico). Il tutto senza ricevere un Euro, nè, tanto meno, preventivare alcun risparmio per le casse pubbliche dall'operazione.
     Anzi: al punto 3, la Regione sancisce che, non solo l'O.E.I. non sborserà un Euro per la gestione di un "RAMO DI AZIENDA PUBBLICO" e sarà pagata lautamente per questo, ma, addirittura, il privato potrà accedere a finanziamenti pubblici per le prossime spese future sia per la struttura edilizia che per macchinbari ed attrezzature.

     Non possiamo fare a meno di rilevare che, al di là delle privatizzazioni già in corso e quelle "promesse" dall'Assessore alla Salute Dott. Montaldo (ad esempio la cessione ai privati dell'uso di sale operatorie dell'Ospedale di Sarzana, anticipata ufficialmente di fronte ad ampia platea di pubblico nella sala consigliare del Comune di Sarzana di fronte al Sindaco Caleo, ai suoi colleghi Federici e Moggia ed alla Direzione ASL), l'Ospedale di Voltri pare la fotocopia della parte non occupata dai privati (Fondazione Don Gnocchi) dell'Ospedale di Sarzana.
     Mai vorremmo che a Burlando e a Montaldo, visto che ci risulta che l'Ospedale di Sarzana sia molto "appetibile" dai privati (ci raccontando di un paio di "ricognizioni commerciali" già avviate da importanti società) venisse in mente che anche il nostro ospedale, come quello di Voltri, sia un "RAMO D'AZIENDA " da cedere...

     Rileviamo altresì che, ad oggi, nessuno dei 3 posti dei primari che si sono pensionati a Sarzana (Nell'ordine Primario di Anestesia Prof. Germi, Primario di Ostetricia e Ginceologia Dott. Torri e Primario di Ortopedia e Traumatologia Dott. Bottai) sia stato cancellato, benchè non siano stati sostituiti, perchè l'ASL 5 deve ancora definire l'atto giurico di predisposizione delle "dotazioni organiche" 2011.
     A parte il posto del Dott. Torri, il cui reparto è oramai stato definitivamente accorpato a quello di La Spezia, i posti di Rianimazione e Ortopedia/Traumatologia sono infatti retti, provvisoriamente ed "a scavalco", dai primari speziini Dott. ssa Sani e Dott. Guglielmi che hanno l'incarico di occuparsi contemporaneamente dei servizi spezzini e sarzanesi. Quindi i relativi posti possono ancora essere "salvati".
     Rileviamo altresì, come più volte ufficializzato dalla stampa, che la Regione Liguria deve individuare un numero di primari da "cancellare" che andrebbe dai 30 ai 35 su tutto il territorio di competenza, e notiamo anche l'insistenza con cui la stessa Regione Liguria insiste sulla "soppressione dei doppioni"
     Alla luce della nuova classificazione dell'Ospedale di Sarzana, che è stato ricompreso in quello di La Spezia in quanto la ASL 5 si è dotata giuridicamente di un "unico Presidio del Levante", della querelle già passata circa il posto di primario di Medicina (Dott. Marchini, Primario di Medicina dell'Ospedale di Sarzana, rientrato in servizio fino a fine anno grazie ad un cavillo nella norma dei pensionamenti e non già "per gentile concessione del Dott. Montaldo") e la data di pensionamento relativamente vicina del Primario di Chirurgia (il Dott. Lippi ci risulta dovrebbe averne ancora per un paio d'anni), ci si chiede anche se al Dott. Montaldo non verrà in mente di sopprimere anche i loro posti prendendo a scusa il fatto che, essendo presidio unico, la Medicina e la Chirurgia di Sarzana sono "doppioni" da accorpare a La Spezia, magari associandoli anche alla soppressione del posto di primario della Radiologia, visto che quello del Laboratorio Analisi è già stato soppresso da tempo.
    La NUOVA STRUTTURA di Santa Caterina potrebbe, pertanto, trovarsi svuotata di contenuti e facile preda di una allargamento, se non della totale appropiazione, di privati che già hanno "fiutato" l'affare gigantesco che si aprirà al momento dell'avvio del FEDERALISMO SANITARIO (ma anche allo stato attuale delle cose la potenziale produttività dell'Ospedale di Sarzana è notevolissima e consentirebbe elevatissimi margini di guadagno), situazione che costringerà i cittadini della ASL 5 a rinunciare alle prestazioni sanitarie gratuite ottenute fuori regione.

    L'esempio dell'Ospedale di Voltri insegna che non c'è fine alla nefasta fantasia di chi pare più impegnato a svendere il servizio sanitario pubblico a privati, sempre più assetati di risorse pubbliche da intrioitare senza mettere un euro e neppure reinvestire nel territorio in cui "lucrano", che fare un vero e proprio piano che risponda alle esigenze dei cittadini amministrati (vedi numero di posti letto ed attrezzature assolutamente insufficiente per le necessità della popolazione che, non a caso, migra volentieri nella vicina Toscana).


     Pare abbasta per alzare il livello di guardia e di agitazione e chiedere al Sindaco di Sarzana ed a tutto il consiglio comunale di una prendere posizione chiara e netta sul futuro del nostro ospedale, partendo dalla garanzia che il Direttore Generale della ASL 5 riconfermi, nella dotazione organica 2011 che si sta apprestando a firmare prima di essere forse trasferito, i posti di primario che si sono scoperti e che si scopriranno a breve, per finire all'organizzazione in tempi brevissimi di una assemblea pubblica alla presenza dell'Assessore alla Salute che definisca i piani regionali dettagliati a breve, medio e lungo termine che riguardano il nuovo Ospedale di Santa Caterina.

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